Riammissione alla Rottamazione-quater: effetto salvagente per il Concordato Preventivo Biennale (CPB)

11 Apr di Antonio Maddalena

Riammissione alla Rottamazione-quater: effetto salvagente per il Concordato Preventivo Biennale (CPB)

La recente normativa sulla Rottamazione-quater, introdotta dall’art. 3-bis del Decreto Legge n. 202/2024 (convertito dalla Legge n. 15/2025), non si limita solo a riaprire i termini della definizione agevolata, ma gioca anche un ruolo chiave nel preservare la validità del Concordato Preventivo Biennale (CPB).

Un effetto in più: la sanatoria che salva il CPB

Con la riammissione, si “cura” a monte la causa che ha fatto perdere l’efficacia alla rottamazione. Questo vuol dire che se un contribuente era decaduto dal piano, la riammissione lo riporta in regola, neutralizzando anche l’effetto domino sulla validità del CPB. Quindi, la decadenza temporanea non compromette il concordato… almeno finché c’è questo salvagente.

Condizione chiave: la regolarità fiscale e contributiva

Per accedere (e mantenere) il CPB, bisogna essere puliti dal punto di vista fiscale. Come da art. 10, comma 2 del D.Lgs. 13/2024, chi ha debiti tributari o contributivi superiori a 5.000 € alla fine dell’anno precedente all’adesione, è tagliato fuori. Stesso discorso vale per chi perde questa regolarità in un secondo momento: la decadenza va segnalata nel quadro CP del modello Redditi e il CPB perde efficacia per entrambi gli anni del biennio.

Debiti che non contano… finché dura la copertura

Attenzione però: certi debiti non si considerano nella soglia dei 5.000 €, ad esempio quelli:

  • in sospensione giudiziale o amministrativa,
  • in piani di rateazione attivi,
  • inclusi in definizioni agevolate (tregua fiscale, Rottamazioni, ecc.).

Ma se uno di questi accordi salta, anche il CPB salta con lui.

Rottamazione-quater: un lasciapassare per il CPB

Secondo la Legge n. 197/2022, aderire alla Rottamazione-quater (e rispettarne i termini) consente di ottenere quella regolarità fiscale necessaria per il CPB. Ed è per questo che tanti contribuenti, anche con debiti pesanti, sono riusciti ad agganciarsi al CPB per il 2024-2025. Lo stesso principio si estenderà anche alla futura Rottamazione-quinquies per il biennio 2025-2026.

Quando la decadenza fa male (e quando no)

Se un contribuente decade dalla Rottamazione-quater per un pagamento mancato o in ritardo, e rimane un debito di almeno 5.000 €, decade anche il CPB. Lo stesso succede se salta un piano di rateazione usato per “certificare” la regolarità al momento dell’adesione.

La differenza? Nel primo caso, si può rimediare con la riammissione. Nel secondo, no: serve o il saldo volontario dei debiti oppure (se possibile) una nuova rateazione.

Riammissione: non una nuova rottamazione, ma una riabilitazione

La procedura prevista dall’art. 3-bis non crea una nuova rottamazione. Serve invece a riattivare quella precedente, come se non fosse mai decaduta. Quindi, chi era decaduto alla fine del 2024 può rimettersi in carreggiata, salvando anche il CPB collegato.

Attenzione ai piani di dilazione

Se invece salta un piano di rateazione, non c’è “riammissione” che tenga: il contribuente resta inadempiente finché non paga o ottiene un nuovo piano. In questo caso, niente salvagente per il CPB.