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Sanzioni tributarie: nuove regole in arrivo

27 Mag di Antonio Maddalena

Sanzioni tributarie: nuove regole in arrivo

Il 24 maggio 2024, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Giancarlo Giorgetti, ha definitivamente approvato il decreto legislativo relativo alla revisione del sistema sanzionatorio tributario.

Questo decreto attua l’articolo 20 della legge di delega per la riforma fiscale (legge n. 111/2023), che stabilisce cinque obiettivi per le sanzioni tributarie amministrative e penali:

  1. Migliorare l’integrazione tra sanzioni amministrative e penali, evitando duplicazioni che violerebbero il divieto di bis in idem.
  2. Valutare la possibilità di compensare sanzioni e/o interessi per mancati versamenti di imposte sui redditi regolarmente dichiarati con crediti nei confronti delle amministrazioni statali, fino alla concorrenza del debito d’imposta.
  3. Rivedere i rapporti tra processo penale e processo tributario, adeguando i profili processuali e sostanziali legati a ipotesi di non punibilità e applicazione di circostanze attenuanti.
  4. Prevedere riduzioni o esclusioni delle sanzioni in un regime di adempimento collaborativo, se il contribuente adotta volontariamente un sistema efficace di gestione del rischio fiscale.
  5. Introdurre una distinzione più rigorosa tra compensazioni indebite di crediti d’imposta non spettanti e crediti d’imposta inesistenti.

Inoltre, la legge delega stabilisce due criteri direttivi specifici per le sanzioni penali:

  1. Dare rilievo all’impossibilità sopraggiunta del contribuente di pagare il tributo per cause a lui non imputabili.
  2. Considerare le definizioni amministrative o giudiziali sulla rilevanza del fatto ai fini penali.

Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, sono stati stabiliti cinque criteri direttivi:

  1. Migliorare la proporzionalità delle sanzioni tributarie, allineandole agli standard europei.
  2. Assicurare l’effettiva applicazione delle sanzioni, rivedendo l’istituto del ravvedimento per graduare la riduzione delle sanzioni.
  3. Prevedere che la maggiorazione delle sanzioni per recidiva non sia applicabile prima della definizione del giudizio sulle violazioni precedenti.
  4. Rivedere la disciplina del concorso formale e della continuazione, estendendone l’applicazione alle misure deflattive e armonizzandola con i principi precedentemente indicati.
  5. Stabilire l’inapplicabilità delle sanzioni in due casi: quando la violazione deriva da obiettiva incertezza sulla norma tributaria e il contribuente paga l’imposta dovuta; e quando il contribuente intende adeguarsi alle indicazioni dell’Amministrazione finanziaria presentando una dichiarazione integrativa.