Anno nuovo, stesso dilemma fiscale: il piano del Fisco per affrontare i debiti
L’inizio del 2025 porta con sé una sfida che il Fisco conosce fin troppo bene: un vuoto di 1.267,6 miliardi di euro nelle casse dello Stato, frutto di tasse e multe non riscosse, di cui 3,3 miliardi rappresentano il risultato di calcoli aggiornati a novembre scorso.
Per far fronte a questa situazione e incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di adottare un approccio più morbido: rateizzazioni estese. L’idea è semplice, quasi come dire: “Anche un po’ alla volta, ma pagatemi”. Questa mossa, formalizzata con un Decreto Ministeriale del 27 dicembre 2024, è frutto di un lungo iter legislativo, e rappresenta una svolta nella gestione del debito fiscale.
Rateazioni più flessibili: come funzionano?
A partire dal 1° gennaio 2025, sarà possibile dilazionare i debiti fiscali fino a 84 rate mensili (sette anni), superando il limite precedente di 72. Nei prossimi anni, l’obiettivo è spingersi fino a 120 rate (dieci anni), dando respiro sia ai cittadini sia alle imprese.
Secondo il Viceministro Maurizio Leo, questa misura riflette un cambio di visione: “Vogliamo avvicinare il Fisco ai cittadini, offrendo supporto a chi, pur in difficoltà, desidera rimettersi in regola”. Per garantire il successo di questa riforma, è stata istituita una Commissione tecnica, guidata da Roberto Benedetti, incaricata di analizzare i dati della riscossione e ottimizzare il processo.
Chi può accedere al piano di rateizzazione?
- Debiti fino a 120.000 euro: basta dichiarare una “temporanea situazione di difficoltà” per ottenere fino a 84 rate mensili.
- Debiti superiori a 120.000 euro: è necessario fornire documentazione aggiuntiva (es. ISEE per le persone fisiche o indicatori finanziari come Alfa e Beta per aziende e condomini) per accedere a un piano di 120 rate mensili.
L’efficacia delle rateazioni: un’arma collaudata
Le rateizzazioni non sono una novità, ma restano una strategia fondamentale per recuperare i crediti. Nel 2023, questa modalità ha permesso di incassare 4,3 miliardi di euro tramite pagamenti scaglionati su un totale di 9,7 miliardi. Tuttavia, resta evidente il divario con l’enorme monte evaso: una cifra che sfiora i 1.300 miliardi di euro e continua a crescere anno dopo anno, indipendentemente da politiche fiscali o algoritmi di controllo.
Il rischio della “rottamazione facile”
Dietro queste misure si nasconde una minaccia latente: l’illusione che la rottamazione sia sempre la soluzione. Nel 2023, grazie alla rottamazione quater, il Fisco aveva recuperato 6,8 miliardi di euro con due sole rate, coinvolgendo 3 milioni di contribuenti. Tuttavia, nel 2024, gli incassi si sono ridotti a 4,6 miliardi, evidenziando i limiti di una strategia che, se abusata, rischia di erodere ulteriormente le risorse statali.
Una montagna difficile da scalare
Nonostante gli sforzi e i buoni risultati delle rateizzazioni, il monte evaso resta una sfida immensa. Una “montagna invisibile” che attraversa governi e riforme, ma continua a crescere. Il nuovo piano di dilazione rappresenta un passo verso un Fisco più amichevole e moderno, ma serviranno interventi strutturali per scalfire una cifra che pesa sullo sviluppo economico dell’intera nazione.