L’Agenzia delle Entrate Intensifica i Controlli sulle Partite IVA: 700mila Lettere per Redditi Anomali
L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di monitoraggio indirizzata ai titolari di Partita IVA che, nella dichiarazione dei redditi per l’anno 2023, hanno segnalato guadagni inferiori agli standard di settore. Sono state inviate circa 700mila comunicazioni, attraverso lettere e PEC, per invitare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione e valutare l’adesione al concordato preventivo biennale per il 2024-2025.
Obiettivo delle Comunicazioni
La campagna si concentra su contribuenti il cui reddito dichiarato risulta inferiore a quello dei dipendenti operanti nello stesso ambito economico. La misura si basa sul principio del “minimo settoriale”, che stabilisce un reddito minimo presunto per attività imprenditoriali o professionali, in rapporto ai salari corrisposti ai lavoratori dipendenti.
Nelle lettere, l’Agenzia specifica che un reddito inferiore a tali parametri, senza giustificazioni oggettive, potrebbe essere considerato una “anomalia” fiscale. Pur non imponendo obblighi formali di rettifica, la comunicazione consiglia di integrare la dichiarazione per il 2023 entro il 12 dicembre e, ove necessario, di utilizzare il ravvedimento operoso per gli anni fiscali dal 2018 al 2022.
Seconda Fase di Segnalazioni
Questa iniziativa segue a breve distanza una campagna simile rivolta a oltre 2 milioni di soggetti ISA, anch’essa finalizzata a promuovere l’adesione al concordato preventivo biennale entro la scadenza del 12 dicembre 2024. L’attuale tornata di segnalazioni, curata dalla Direzione Centrale Piccole e Medie Imprese, mira a consolidare il rispetto delle soglie di reddito previste.
Libertà del Contribuente
Nonostante le lettere possano risultare pressanti, è importante sottolineare che i contribuenti non hanno alcun obbligo legale di conformarsi ai parametri indicati dall’Agenzia. Le dichiarazioni fiscali restano soggette alla verifica dei dati dichiarati, ma non esiste una norma che imponga un reddito minimo obbligatorio per legge. L’Agenzia delle Entrate punta con questa operazione a incentivare la compliance fiscale e a prevenire potenziali discrepanze reddituali. Tuttavia, i contribuenti hanno il diritto di decidere autonomamente se adeguarsi o meno alle proposte di rettifica, tenendo conto che l’adesione al concordato biennale può offrire agevolazioni significative in termini di regolarizzazione e protezione da accertamenti futuri.