Legge 131/2025

Un nuovo slancio per le aree montane italiane

Antonio Maddalena

12/12/20252 min read

La Legge 131/2025: un nuovo slancio per le aree montane italiane

Con la Legge 131/2025, ribattezzata “nuova legge sulla montagna”, l’Italia compie un passo importante nel rilancio delle aree montane, spesso trascurate e soggette a fenomeni di spopolamento e fragilità economica. Entrata in vigore il 20 settembre 2025, all’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la norma si propone di rafforzare la tenuta socio-economica dei territori montani, con un focus particolare sul comparto agricolo e le piccole attività produttive.

Uno dei punti cardine della legge è rappresentato dalle agevolazioni fiscali, contenute nel Capo V, che mirano a sostenere soprattutto gli agricoltori locali, da sempre custodi del territorio. Tra le misure di maggiore impatto, l’articolo 25 introduce un credito d’imposta dedicato alle imprese montane gestite da giovani under 41. Questo incentivo è calcolato come la differenza tra l’imposta applicata con aliquota standard e quella con aliquota agevolata al 15%, con un tetto massimo di 100.000 euro per ciascun beneficiario. Tale limite sale a 150.000 euro nel caso di imprese operanti in comuni montani con meno di 5.000 abitanti e in presenza di minoranze linguistiche storiche.

Il credito rientra nel regime “de minimis” ed è utilizzabile in compensazione per tre periodi d’imposta: quello di avvio e i due successivi. La misura è concepita per stimolare l’insediamento di nuove attività in zone a rischio abbandono e favorire un ricambio generazionale nelle aree interne.

Un altro intervento rilevante è quello legato alla residenzialità, disciplinato dall’articolo 27. Qui si prevede un credito d’imposta sugli interessi passivi dei mutui per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa in montagna. L’incentivo, destinato a cittadini con meno di 41 anni al momento della stipula del mutuo, sarà disponibile a partire dal 2025, nei limiti di spesa annuale di 16 milioni di euro. L’obiettivo è chiaro: rendere più attrattivi i piccoli comuni montani e stimolare il ripopolamento.

Non manca un’attenzione al mondo del lavoro, con l’articolo 26 che promuove lo smart working come leva di sviluppo territoriale. Il provvedimento introduce un’esenzione contributiva per i datori di lavoro che permettano a dipendenti under 41 di lavorare da remoto dopo essersi trasferiti in comuni montani con meno di 5.000 abitanti.

Come spesso accade con interventi di così ampio respiro, l’efficacia concreta delle disposizioni dipenderà dai decreti attuativi che seguiranno, i quali definiranno modalità operative e criteri applicativi.