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PRECOMPILATA IVA: storia di un flop annunciato.

12 Ago di Antonio Maddalena

PRECOMPILATA IVA: storia di un flop annunciato.

L’operazione di implementazione della precompilata IVA si è rivelata un insuccesso significativo, come evidenziato dalla Relazione sulle performance 2023 dell’Agenzia delle Entrate. Nonostante l’obiettivo fosse semplificare la gestione contabile per i contribuenti, solo una minoranza ha utilizzato i registri e le dichiarazioni precompilate, con tassi di adozione inferiori al 10%. Questo risultato è stato giudicato negativamente, senza attenuanti.

Il Decreto Legislativo n. 127 del 2015, attraverso l’articolo 4, ha introdotto un programma di assistenza online per le operazioni IVA a partire dal 1° luglio 2021. Questo sistema, basato sui dati delle operazioni raccolti dal sistema di interscambio (come fatture elettroniche e comunicazioni delle operazioni transfrontaliere), è stato progettato per mettere a disposizione dei contribuenti bozze di registri IVA e delle comunicazioni di liquidazioni periodiche. Dal 2022, il sistema è stato ampliato includendo anche la bozza della dichiarazione annuale IVA.

Nonostante la possibilità di semplificare la gestione contabile attraverso la convalida o l’integrazione dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, il sistema precompilato IVA non ha riscosso il successo sperato. La principale criticità risiede nel fatto che, nonostante l’adozione dei registri IVA precompilati, i contribuenti non sono esonerati da altri obblighi contabili richiesti per l’esercizio delle loro attività. Questo doppio binario ha generato confusione e complicazioni aggiuntive per i professionisti incaricati, rendendo il sistema più un intralcio che un aiuto.

Un esempio concreto di queste complicazioni è l’obbligo, per i soggetti in contabilità semplificata, di mantenere il registro previsto dall’articolo 18, comma 2, del DPR n. 600 del 1973, che richiede la registrazione di ricavi e costi con dettagli specifici. Anche coloro che optano per il criterio di incasso e pagamento basato sulle registrazioni IVA sono comunque tenuti a conservare i registri IVA, vanificando in parte i vantaggi promessi dalla precompilata.

La lezione che emerge è che semplificare solo parzialmente non è sufficiente. Il modello di dichiarazione “precompilata” funziona e viene percepito come un’autentica semplificazione solo se sostituisce integralmente le elaborazioni contabili dei contribuenti, liberandoli da ogni ulteriore adempimento e responsabilità, come avviene con la dichiarazione dei redditi precompilata quando accettata senza modifiche. In mancanza di questa condizione, il sistema rischia di essere visto come un ostacolo, e quindi viene ignorato.